2030: Apocalypse war 

Elisa Delpari

EDITO DA ALBATROS IL FILO

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RECENSIONE A CURA DI ELEONORA CASTELLANI

Tra le  informazioni che potrete trovare leggendo la trama nella quarta di copertina di questo romanzo di fantascienza non sarà difficile capire che nelle sue 450 pagine la Delpari inserisce molte tematiche: l’amore, l’amicizia, il passato di un periodo storico che ancora pesa e continuerà a pesare nelle coscienze umane (come è stata la seconda guerra mondiale), il bisogno e l’istinto di sopravvivenza e libertà di alcuni, e aimè la fame di potere e sopraffazione di altri. Nonostante la protagonista indiscussa sia Elektra, intorno a lei si sviluppano altre vicende e altri personaggi che diventeranno parte integrante del racconto e non resteranno semplice cornice. Non sono un’amante del genere fantascientifico, riconosco però all’autrice l’intento di portare il lettore in una storia avvincente e articolata. Purtroppo il passato “non insegna” o come preferisco dire io, “insegna gli errori” dai quali però l’uomo non è ancora in grado di prendere le distanze. Fin dalla notte dei tempi ciò che si ripete è che l’uomo ha un bisogno atavico di conquista e di potere, di ledere la libertà altrui per il gusto di dimostrare agli altri, ma forse prima a se stesso, di essere potente. La Delpari ci porta così in un futuro prossimo, dove purtroppo sembra che tutto sia cambiato tranne i comportamenti dell’essere umano, supportati per di più da tecnologie sempre più avanzate. Ci sono comunque degli aspetti che mi hanno lasciata perplessa. Condividendo l’indiscussa velocità con cui si muovono scienza e tecnologia, resta di fatto che il 2030 è lì dietro l’angolo, e faccio fatica a immaginare una quotidianità come quella descritta. Tra meno di sette anni non credo davvero che il mondo e noi umani saremo pronti, in un certo senso, a essere totalmente dipendenti  dalla tecnologia e a vivere e condividere le nostre vite con robot fin troppo simili a noi. Non riesco a immaginare per esempio locali dove i camerieri sono sostituiti quasi del tutto da robot, e credo e spero anche sia inverosimile che nel 2030 i libri cartacei siano solo un ricordo, questi sono solo alcuni esempi. Ciò che ho trovato ancora più difficilmente credibile è che una metropoli venga invasa e peggio ancora che quella metropoli sia New-York quando sappiamo che gli U.S.A sono una delle potenze nucleari per eccellenza, e ciò non potrebbe restare circoscritto, ma provocherebbe un inevitabile conflitto mondiale. Parliamo di un romanzo di fantascienza dove tutto o quasi è possibile, è vero, ma secondo me l’eccesso ha minato un po’ la credibilità dello stesso. Ciò che però lo ha reso forte ai miei occhi, è l’innato desiderio di libertà e di cambiare gli eventi, eventi tra l’altro, frutto di premunizioni. Ci sarà sempre al mondo una parte di male contrastata dalla parte buona, da quella che unisce le proprie forze, e in questo caso i propri poteri per il bene degli altri. Ho apprezzato molto infatti l’unione e l’amicizia di Marika, Jack, Esmeralda, Sakura, Sara, Elektra, per sconfiggere e cacciare l’invasore, non c’è in loro la certezza della riuscita, ma è viva la speranza, messaggio che non dovremmo mai dimenticare.

2030: Apocalypse War non è un romanzo da lode, né dal punto di vista stilistico né dal punto di vista strutturale, non me ne voglia l’autrice. Un eccesso di infodump lo rende spesso prolisso, il ripetere più volte informazioni già fornite o dettagli non richiesti  distolgono la lettura e la privano di immaginazione. Resta di fatto che le sue pagine sono intrise di fantasia, e il suo epilogo non poteva che essere un messaggio di speranza. Sicuramente emerge  un modo appassionato e sognatore di scrivere e immaginare un futuro diverso ma per certi aspetti sempre uguale. Mentre leggevo, più volte ho paragonato le parole della Delpari alle immagini dei tanti film americani più o meno credibili, ma alla fine sempre convincenti. Consiglio sicuramente la lettura di questo testo agli amanti del genere, ma non solo.

Ho chiuso il libro e la canzone che mi è balenata in testa è Sign of the times di Harry Styles.