L’ho fatto di nuovo.
Mi è già capitato con altri romanzi che non sto qui a elencarvi, di essere attratta semplicemente dal titolo.
“Cuore nascosto” è soltanto l’ultimo di questi, le domande sono state immediate: “Nascosto a chi? Nascosto da cosa? Che cosa ci vorrà raccontare Ozpetek?” Non mi sono informata sul suo contenuto e non ho nemmeno letto la quarta di copertina, ho acquistato il libro e in un caldo pomeriggio chiusa in casa ho cominciato a camminare sulle sue righe. Senza rendermene conto, dopo una decina di pagine ho iniziato a leggere ad alta voce, e questo accade solo quando il personaggio, prima ancora della storia, mi conquista.
Tutto inizia in Sicilia nel 1978, per poi concludersi nella Roma del 1990. Se spoilerare un film è deleterio, ancor di più direi è spoilerare un romanzo, eppure è inevitabile non raccontare qualche particolare. Lo ammetto questo è in tutto e per tutto il mio genere di lettura preferito, è una storia di conflitto tra madre e figlia, di amore, di perdite, di delusioni, di mistero e di ricongiungimento. Tutto però descritto in modo apparentemente frammentario. Alice, la ragazza protagonista, è appena maggiorenne quando dalla sua Sicilia si ritrova catapultata a Roma, contro la volontà di sua madre, per ricevere l’eredità lasciata da sua zia Irene. In realtà Irene non è sua zia, è soltanto una vecchia amica di famiglia, una donna libera, indipendente che ha visto una sola volta, quando Alice aveva appena sei anni. Tanto è bastato però per legare queste due figure in una storia che, senza troppi sentimentalismi e stereotipi, appassiona e coinvolge. Ozpetek ha raccontato in modo potente e folgorante l’amore, la passione, e il dolore che spesso causano. Quando parlo di amore e passione mi riferisco al concetto stesso di tali sentimenti, passione e amore per la vita, per l’arte, per la voglia di sradicarsi da una quotidianità che non ci appartiene per inseguire un “sogno”. Nella storia c’è tutto questo, e non mancano riferimenti al mondo stesso del regista e sceneggiatore.
Lettere e pagine di diario a tratti struggenti, velati da mistero accompagneranno la giovane Alice in un viaggio nel passato, nella vita di Irene ma non solo. Grazie a quei messaggi Alice si farà più forte e determinata a inseguire il suo sogno e a capire perché quella donna che aveva visto una sola volta era così legata a lei. Cuore Nascosto non è soltanto un titolo, cuore nascosto è un’immagine precisa, all’apparenza solo un disegno, un simbolo che nasconde nei suoi tratti un rituale, la chiave di un’intensa storia d’amore fino a diventare poi la mappa che condurrà Alice alla scoperta di qualcosa di sorprendente che completerà un puzzle dal disegno del tutto inaspettato.
Solitamente sottolineo e trascrivo le frasi che più mi colpiscono, questa volta ho fatto fatica a sceglierne una soltanto, ci sono passaggi che danno la conferma che è davvero un romanzo intriso di sentimenti. C’è in tutto questo però anche una nota negativa, personalmente avrei voluto leggere ancora. Ho trovato il finale molto bello, emotivamente parlando, ma avrei voluto che ci fosse ancora un dopo, perché credo che la protagonista meriti la stoccata finale, che però l’autore non le ha voluto dare o comunque non del tutto. Ma questo è un semplice desiderio di lettrice.
C’è una canzone che si è materializzata nella mia mente durante la lettura, in un punto preciso del romanzo dove strazio e speranza si fondevano, forse per l’ambientazione, per il periodo storico ma mentre leggevo le angosce di Irene, nella mia mente scorrevano queste parole:
“E a mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza…”
Mano a mano - Rino Gaetano
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