François Morlupi 

INTERVISTA ALL'AUTORE DI "COME DELFINI TRA PESCECANI - UN'INDAGINE PER I CINQUE DI MOTEVERDE" E "NEL NERO DEGLI ABISSI - UN'INDAGINE PER I CINQUE DI MONTEVERDE" Editi da Salani Editore "Le stanze"
A cura di Stella Conte

1. Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di scrittore?

Ho iniziato a scrivere per scommessa nel 2017. Fondamentalmente sono stati tre i motivi che mi hanno spinto a scrivere... Il primo, forse il più importante, era la volontà di evadere dalla quotidianità che mi stava attanagliando, soprattutto al lavoro dove le cose non andavano benissimo. Ho tentato dunque di rifugiarmi in un mondo nuovo, dove io ero il protagonista e nessuno mi schiacciava con il suo peso. Poi leggere una quantità industriale di libri l’anno ha fatto sì che nel mio cervello, qualcosa venisse seminato ogni giorno. Il tutto ha germogliato in un determinato periodo, ma probabilmente bolliva da parecchio. Prima di essere uno scrittore sono infatti un lettore. Lo stress da lavoro non ha fatto altro che accelerare un processo inevitabile. The last but not the least, è che spesso rimanevo deluso da alcuni romanzi. Mi sentivo quasi tradito quando compravo un libro pubblicizzato che poi non rispettava le attese. Invece di criticare soltanto, ho voluto mettermi alla prova, agire. Ho capito che ero portato nella scrittura quando “Come delfini tra pescecani” è stato tra i cento romanzi più venduti in Italia, tutti i generi compresi, nel 2021. Mi sono detto: evidentemente la mia scrittura piace a molti!


2. Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?

No sinceramente nessuna. Se non una buona tazza di tè e una musica leggera di sottofondo.


3. Secondo te qual è il libro più bello che hai scritto? Perché?

L’ultimo! Scherzi a parte, sono affezionato a ognuno dei libri che ho scritto. Probabilmente il più maturo, sia dal punto di vista della scrittura che della trama, è senza dubbio “Nel nero degli abissi”.


4. Com’è cambiata la tua vita scrivendo libri?

Sicuramente molto è cambiato. Ho conosciuto migliaia di lettori e decine di autori per cui stravedevo, con cui a volte esco anche a cena. Sarebbe stato inimmaginabile per me fino a qualche anno. Faccio tour, giro per tutto il paese ed è molto appagante, sebbene ammetto che possa essere, a volte, stressante.


5. Da Dove arriva l’ispirazione per i tuoi libri?

Dalla vita di tutti i giorni, ovvero la quotidianità. Poi è innegabile; chi scrive noir butta un occhio sempre sulla cronaca nera. L’idea per esempio di “Nel nero degli abissi” mi è venuta leggendo che a Villa Pamphili, il parco poco distante da dove vivo, era stata sgominato un giro di prostituzione notturno. Invece per la costruzione dei personaggi e per descrivere Roma come sesta protagonista dei miei romanzi, ho preso spunto da amici, familiari, me stesso e anche dalle scene di vita vissuta in questa città bella quanto complessa.


6. Hai mai pensato di scrivere un genere diverso?

No, per ora no, anche se mi piacerebbe molto scrivere un romanzo storico.


7. Che sensazione hai provato quando hai scritto il tuo primo libro?

Felicità senza dubbio. Avevo vinto la scommessa con me stesso e mi sentivo appagato.


8. Hai voglia di raccontarci come hai fatto a pubblicare con Salani editore?

Ho scritto due libri, pubblicati con una piccola CE romana, la Croce Edizioni. I due libri sono andati molto bene nella versione cartacea vincendo sei premi nazionali. Sono stato la prova vivente che non tutti i premi sono truccati in Italia, anzi. Il vero exploit però è stato soprattutto nella versione digitale dove sono stati per mesi, ai primi posti nei noir più venduti su Amazon. Questo mi ha permesso di farmi conoscere anche da grandi CE con cui ho iniziato a intavolare delle trattative…e alla fine, dopo aver trovato un agente letterario, abbiamo deciso di accettare l’offerta della Salani.


9. Hai voglia di dirmi tre nomi di scrittori di cui hai stima?

Solo tre? Ti dico De Giovanni, Lucarelli, Pandiani.


10. Conosci qualche autore emergente?

Assolutamente sì, sono stato anche io un emergente e continuo a leggere autori emergenti, c’è sempre da imparare, da tutti.


11. Oggi, vivi grazie ai tuoi libri o fai altro?

Ottima domanda! In Italia a parte pochissime eccezioni, nessuno vive di scrittura. Nessuno legge, però tutti scrivono. Basti pensare che il 90% dei libri non supera le 5 copie vendute. Pertanto ho un doppio lavoro, come tutti.


12. Se tu non fossi uno scrittore cosa saresti?

Sarei quello che sono, ovvero un responsabile informatico.


13. Come ti vedi tra vent’anni?

Mi vedo che presento l’ultima indagine per i 5 di Monteverde con Ansaldi 85 enne che da pensionato, aiuta da casa il commissario Eugénie nell’indagine.


14. Il tuo sogno nel cassetto è stato realizzato?

Non è stato mai il mio sogno essere scrittore, però ora che siamo in ballo a questo punto ho un paio di sogni che ancora non si sono concretizzati. Incrociamo le dita e speriamo bene!


15. È importante la musica per François Morlupi?

Tantissimo, fonte di ispirazione ma anche di rilassamento. Quando scrivo ascolto sempre musica.


16. Che genere di musica ti piace ascoltare?

Quando ero giovane ascoltavo molto hard rock e heavy metal. Ora meno, anche perché mi risulta difficile scrivere con una musica così…potente nelle orecchie! Però ascolto molto i cantautori italiani e francesi e ovviamente il rock e il pop.


17. Siamo arrivati alla fine ma voglio ancora chiederti una cosa. Pensando a questa intervista, hai voglia di dirci il primo titolo di una canzone che ti viene in mente? E perché?

Sicuramente una canzone del Maestro, il mio cantante preferito: Battiato. Caffè de la Paix, perché la chiacchierata mi è piaciuta e mi sono sentito appunto in una tipica caffetteria parigina in compagnia di amici.


CAFFÈ DE LA PAX - Franco Battiato
https://youtu.be/SiqhoixaIio