Kintsugi 
Preziosi frammenti

Lorena Liberti

EDITO DA LAURA CAPONE EDITORE
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RECENSIONE A CURA DI ELEONORA CASTELLANI

Il Kintsugi è un’antica arte giapponese che consiste nel riparare il vasellame rotto, unendo metalli preziosi al collante. L’arte del Kintsugi ci insegna a sottolineare il valore di ciò che ci accade, una rottura, un dolore, un sogno infranto. I “fatti” della vita, provocano sì delle ferite magari permanenti dentro di noi, che però non dovremmo nascondere in quanto “brutte” anzi, se adeguatamente trattate ed elaborate possono essere indossate con fierezza perché ci rendono più forti, unici e preziosi.

 

Personalmente conoscevo il significato di questa parola “Kintsugi”, ciò che mi sono chiesta però è cosa volesse raccontare l’autrice proponendolo come titolo del suo primo romanzo. Kintsugi, preziosi frammenti di Lorena Liberti, mi ha incuriosito da subito, il titolo e la copertina mi hanno fatto pensare a qualcosa di speciale, di delicato, e così è stato. Laura, la protagonista, è una donna a cui la vita non ha risparmiato dolori.

Dolori che l’hanno resa fragile, diffidente e che hanno provato a isolarla dal resto del mondo. I suoi preziosi alleati? Gli psicofarmaci.

 

“…il fatto era che io non volevo uscire dal tunnel. Ci stavo bene. Era il mio rifugio. Mi concentravo solo sul lavoro, il resto non m’interessava.”

 

La realtà però è ben diversa, il tunnel dove vogliamo rifugiarci per leccare le nostre ferite è un luogo che inganna solo la nostra fantasia, nessuno sta bene nel suo vuoto. Questo lo sa bene Irene la sua amica, invadente e impicciona solo come le amiche vere sanno essere, ed è grazie a lei, a suo marito, ai suoi figli e a una vacanza in montagna che Laura, un passo alla volta esce dal suo buio, e da quella condizione di dipendenza da farmaci. Ricompone così i tanti frammenti dell’anima dando vita a una persona nuova, seppur non con poche difficoltà. Incontra chi sa capire meglio di chiunque altro i suoi silenzi e ciò che nasconde il suo animo, ancora una volta i protagonisti sono i valori e i sentimenti.

Ambientazioni suggestive e ben descritte, personaggi ben caratterizzati, una scrittura semplice e diretta, un epilogo che sa di rivincita e riscatto, insomma avevo delle aspettative e devo dire che non sono state deluse.

Durante la lettura ho pensato spesso alla canzone “La cura del tempo” dei Negramaro.