La portalettere

Francesca Giannone

EDITO DA NORD EDIZIONI
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RECENSIONE A CURA DI ELEONORA CASTELLANI


Lizzanello (Lecce) 1934, è qui che inizia la storia di Anna Allavena, arrivata dalla Liguria con suo marito Carlo (originario di Lizzanello) e suo figlio Roberto.

La Portalettere è un romanzo di altri tempi, e io ne sono rimasta affascinata. L’autrice ha saputo dare alla sua storia il sapore indimenticabile dei grandi classici. Una saga familiare che ti cattura e coinvolge fin dalle prime battute. Il prologo infatti ti catapulta subito in quel “Jardin secret” che la protagonista aveva tanto amato, e nell’immediato ti conquista con le immagini chiare dei melograni, il profumo del basilico, che ritroveremo spesso durante la lettura, per poi concludersi con una domanda alla quale non è possibile sottrarsi.

Quanto può essere tenace, l’amore che cede il passo all’odio?”

Nelle mie recensioni non amo “raccontare” cosa si cela tra le pagine di un romanzo, sono convinta che sia privilegio del lettore scoprirlo, tuttavia è impossibile non avere una buona opinione di queste 420 pagine che narrano trent’anni di vita di una donna, gli intrecci della sua famiglia e le vicende della comunità in cui vive. Tre decenni che raccontano un’Italia nel suo peggior momento storico, le chiusure mentali, i pregiudizi spesso dettati dall’ ignoranza e non solo, e dove l’emancipazione non era per tutti e ancor meno per le donne. Un sud, in questo caso il Salento, radicato nelle sue convinzioni, dove i figli del peccato venivano mascherati da matrimoni combinati, dove c’erano lavori da uomini e lavori da donne, e allora per esempio, era inaccettabile per un ragazzo sognare di fare il sarto: «È un lavoro da donna, sei una femmina tu?» si opponeva la madre. Oppure si riteneva assurdo che una donna potesse fare la portalettere: «Che vai dicendo? Sei una donna, nessuno mai ti prenderà, è un lavoro da uomo quello.» replicava il marito.

C’è tanto nel racconto della Giannone, ci sono i colori, i sapori e gli odori della Puglia. Ci sono citazioni storiche vere e dolorose, ma anche citazioni musicali, letterarie, cinematografiche.

Con la “ricostruzione” del viaggio della sua bisnonna e della sua famiglia, la famiglia Greco, l’autrice ci ha regalato una storia di coraggio, di sfida nei confronti di una società retrograda e bigotta dove la donna aveva un ruolo marginale, non per Anna però. Una donna determinata, anticonformista, fiera e tenace. Pronta a rivendicare i suoi diritti e quelli degli altri, spoglia di ogni pregiudizio, accogliente e risolutiva, coraggiosa anche nello scegliere chi amare e chi lasciare andare. Un viaggio lento e costante, non c’è una sola pagina che annoi, un solo personaggio (e ce ne sono tanti) che non sia ben caratterizzato, o un luogo che non sia ben descritto.

La Portalettere è il romanzo di esordio di Francesca Giannone, ed è stato definito “Un caso editoriale” uscito infatti soltanto il dieci gennaio scorso, a oggi è alla settima edizione, i diritti del libro sono stati opzionati da una casa di produzione cinematografica romana che probabilmente ne farà una serie TV. Io da lettrice non posso far altro che consigliare a tutti la lettura di questo romanzo. Vi lascio con i frammenti delle ultime parole di Anna:

Quante energie hai speso per odiarmi? Troppe, le stesse che io ho speso per odiare te… La verità si trova tra le righe, e sai cosa c’è tra le mie? C’è che rischiavo di amarti, e non potevo permettere che accadesse…

Ci sono molte citazioni musicali nel libro, vecchie canzoni che da bambina sentivo canticchiare da mia nonna, durante la lettura me le sono ascoltate tutte, come a voler essere lì insieme a quei personaggi. Finito di leggere però la mia mente mi ha portato a una canzone dei nostri giorni, Fai rumore di Diodato, perché la protagonista ha subito il rumore dell’urlo disperato della perdita di una figlia, quello devastante delle bombe della seconda guerra mondiale, il rumore delle maldicenze, ma l’unico rumore che si è imposta di non ascoltare è stato quello del suo cuore quando ha iniziato a battere per un amore sbagliato.