La vita di chi resta

Matteo B. Bianchi

Edito da MONDADORI
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RECENSIONE A CURA DI ELEONORA CASTELLANI

È difficile leggere un romanzo come questo e restare indifferenti all’argomento trattato. Matteo B. Bianchi ci porta nel suo cammino di dolore, di sopraffazione e di impotenza difronte a una tragedia. Le sue pagine sono intrise di parole e di frasi che ti arrivano come stilettate al cuore. Raccontare un suicidio, (in questo caso della persona amata) credo sia quanto di più doloroso, raccontare come si sopravvive a esso sia quanto di più difficile.

“Solo chi ci passa attraverso capisce. Solo chi ci passa attraverso sa.”

Quante volte abbiamo sentito dire o quante volte noi stessi abbiamo ripetuto questa affermazione? Mai come in questo contesto però queste parole rappresentano esattamente ciò che vogliono raccontarci.

«Comunque non preoccuparti: quando torni io non ci sarò già più». L’avevo presa per un’informazione tecnica, ma era una dichiarazione metaforica. Era il suo addio.

L’autore racconta della drammatica scoperta nel suo appartamento, un amore finito, finito per sempre nel peggiore dei modi. Come si può sopravvivere a tanto dolore? Matteo B. Bianchi prova a raccontarcelo ricomponendo la sua vita ormai frantumata. Ci racconta momenti, ricordi, sfumature che da uomo lo hanno trasformato in sopravvissuto, si perché chi resta ad affrontare l’inaffrontabile non solo si vede cambiare la sua vita ma deve costruirsene un’altra cercando di rispondere ai propri perché e soprattutto a quelli degli altri.

“La gente chiederà e io non saprò che cosa dire. Per mesi, per anni. Per sempre.”

La vita di chi resta è un romanzo toccante e delicato allo stesso tempo, e il tema che affronta merita semplicemente di essere compreso e rispettato.

Questo romanzo è stato un viaggio tra dolore, impotenza e accettazione, tra ciò che era e ciò che poi resterà.

Ho chiuso il libro ed ho ascoltato “BASTA COSÌ” dei Negramaro e Elisa.