Edito Indipendently published
Link d'acquisto:
https://www.amazon.it/dp/B0BPRTPNNN/ref=cm_sw_r_as_gl_api_gl_i_A3YCHW2Q3MZ62KFSBDB4?linkCode=ml2&tag=notedicarta23-21
RECENSIONE A CURA DI ELEONORA CASTELLANI
L’orizzonte degli eventi, di Fabio Valentino Tipa, è uno di quei romanzi che io definisco “la scatola delle cose preziose”, sapete quelle scatole che solitamente si fanno da bambini e si nascondono in cortile con l’auspicio di ritrovarle da grandi. Al loro interno una foto, un biglietto di teatro, la prima macchinina, insomma quelle piccole cose che hanno fatto grande la nostra infanzia. Ecco, L’orizzonte degli eventi è un romanzo che riesce a racchiudere tante cose all’apparenza senza valore o comunque scontate ma che in realtà sono preziosissime. È un connubio perfetto tra il giallo e il thriller, non troppo pesante ma intriso di notazioni. Questa caratteristica, a mio avviso lo rende un po' lento, tanto che dico la verità per almeno i primi quattro capitoli mi è capitato più di una volta di sbuffare e pensare che fosse troppo prolisso. Il mio modo di vedere le cose poi è cambiato, come spesso succede nei libri. Tutta la trama prende vita e si sviluppa in una RSA, il protagonista Karl è un poliziotto in pensione ospite della struttura, pertanto una persona anziana segnata dalla vita e dalla salute fisica e come tale tutto rallenta, e chi se non una persona con le spalle cariche di esperienza può regalare riflessioni? Ci sono profonde riflessioni sulla vita, sulla morte, sull’amicizia, sull’esistenza dell’aldilà. Osservazioni che Karl condivideva con il suo compagno di stanza, una mente arguta, riflessiva spesso ironica almeno quanto quella di Karl, una mente però costretta a restare immobilizzata a un letto, e solo dopo la sua improvvisa morte l’anziano poliziotto si rende conto che forse il Pascutti non era soltanto un compagno di camera. La morte “naturale” del Pascutti non è quella che risveglia l’animo investigativo di Karl, ciò che infatti fa risvegliare in lui il senso di giustizia e verità è la morte della giovane Margot, una delle operatrici del centro. Inizia così per l’uomo una nuova indagine, in vesti diverse, ma in cui riscopre che le sue capacità investigative non lo hanno abbandonato.
Come anticipavo all’inizio però in questo romanzo non c’è soltanto la ricerca della verità e la necessità di risolvere “il caso”, l’autore infatti offre al lettore la possibilità di riflettere su tematiche sociali diverse, quella per esempio tra la forza di vivere e quella invece di lasciarsi andare. Magari alla ricerca di un posto migliore.
“Una volta il Pascutti mi ha espresso il suo concetto di paradiso: un luogo dove le nostre anime sono libere dalle prigioni della mente, dalle paure e dai timori, e dalla morale che ci rende ipocriti…”
Osservazioni sulle condizioni degli ospiti delle RSA, sulle loro paure e le loro solitudini:
“Tutto a un tratto mi sento solo. Non è una bella sensazione, so con certezza che non sono solo, ma ho questa impressione, come se tutte le mie certezze, fondate sulla permanenza in uno dei letti della residenza per anziani, si sbriciolassero di fronte alla mia condizione di uomo fragile.”
Ma anche sull’amicizia e soprattutto sull’amore:
“Pensavo all’amore, Karl. Ti cattura fino al punto di farti abbassare qualsiasi barriera e ti rende profondamente vulnerabile.”
“La gelosia rende ciechi e incapaci di decifrare i messaggi dell’amore. Vediamo fantasmi ovunque e invece di disinfestare i nostri cuori alimentiamo le nostre paure.”
Devo dire che non immaginavo di ritrovarmi con un libro pieno di sottolineature di frasi che mi hanno colpito e ne sono ben contenta. Potrei continuare a regalarvene ancora tante, ma credo sia giusto che voi leggiate questo libro e le scopriate da soli. Da donna ringrazio l’autore per aver scritto qualcosa che ci identifica particolarmente:
“La donna, è capace di risollevarsi un milione di volte di fronte alle peggiori difficoltà, di avere sensibilità e perseveranza, e così contraddittoria nella sua enorme fragilità emotiva.”
Ha dei difetti questo romanzo? Si sicuramente li ha, ma io li ho dimenticati, perché nel leggere questo libro che all’inizio non mi piaceva ho scoperto una particolare sensibilità dell’autore e mi ha affascinato, vi lascio perciò con la frase che racchiude mille emozioni e mille verità:
“A volte, alcuni, meritano il paradiso prima della morte.”
Ho chiuso il libro e ho ascoltato: “Sarà un uomo” di Luca Carboni.
notedicarta2023©