I giorni della chimera

Stefano Zoboli

EDITO DA NUA EDIZIONI

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RECENSIONE A CURA DI GIOVANNA PIZZULLI

Amo questo genere di romanzi! Una storia a sfondo apocalittico dove ormai il caos regna sovrano. Il punto di partenza è uno strano virus e un enorme blackout che spegne il mondo intero. Fondamentalmente la storia viene guidata da Jasper, un ingegnere estremamente carismatico, dal senso pratico e dal cuore d’oro che vive momentaneamente in Tanzania per superare un dolore del passato insieme a Mya, una ragazzina orfana della comunità del posto gestita dalla chiesa. Grazie al loro viaggio in questo scenario di disperazione, conosceremo altri protagonisti che personalmente ho amato come Ryan e Kasia e altri che ho profondamente odiato, come lo squallido e pungente sergente Timur e lo stesso antagonista soprannominato “il Maestro”. Lo scrittore è stato abile sotto ogni aspetto. Ogni personaggio è stato creato con cura e le diverse ambientazioni sono presentate con descrizioni semplici e mirate in modo da rendere il lettore subito partecipe e coinvolto. Da sottolineare l’enorme lavoro di informazione e studio da parte dell’autore sotto l’aspetto scientifico, il che rende la trama ancora più convincente e vincente. Una trama che spinge la mente umana al limite costringendo i vari personaggi a far uscire il meglio ma anche il peggio di sé avendo come interesse comune la sopravvivenza in un crescendo di suspense graduale e costante e ricco di colpi di scena. L’autore in questione è Stefano Zoboli (1970), un elettrotecnico reggiano che lavora per una multinazionale e con grande passione per la scrittura, quella fatta bene. Attualmente è impegnato nella stesura di un altro romanzo di cui ho letto qualche pagina e posso solamente dire che si preannuncia un altro capolavoro.  

La canzone che mi ha accompagnata per gran parte della lettura di “I GIORNI DELLA CHIMERA” è stata Goodbye “Apparat”