Diego Di Dio

INTERVISTA ALLO SCRITTORE, EDITOR, WRITER’S COACH E EDITORE.

A cura di Stella Conte

1) Scrittore molto apprezzato e pluripremiato, editor, writer's coach e ora anche direttore editoriale. C'è qualcosa che non ti piaccia fare nel mondo editoriale? Qualcosa che non mi piace? Ufficio stampa. Facciamo anche quello, ma non è la mia passione. PS Hai dimenticato sceneggiatore: scrivo anche fumetti, un mio grandissimo amore


2) In quale ambito trovi le tue maggiori soddisfazioni. A scrivere o nell'aiutare gli altri? La scrittura è la cosa che mi piace più di tutte, e credo che sarà sempre così. Ovviamente, tra agenzia, corsi e casa editrice, il tempo che dedico alla scrittura è poco, in proporzione, ma è il mio tempo più bello, il mio rifugio felice.


3) Perché hai scelto il giallo e il noir come generi di partenza per la tua CE? È stata una scelta della direzione editoriale (gruppo Utterson): si voleva raccogliere l’eredità della collana Spettri (che ho diretto per qualche anno) e farne una vera casa editrice. Ed ecco nascere Sette Chiavi.


4) Come hai scelto i collaboratori per questa nuova avventura? Ho scelto le persone di cui mi fido, con cui collaboro da tempo, in particolare: Andrea Franco e Valerio Marra. Entrambi autori e editor di altissimo livello, nonché amici fraterni. A questi si è aggiunta, da poco, la bravissima Oriana Ramunno, che dopo avermi fatto commuovere con il suo romanzo (Il bambino che disegnava le ombre), ha deciso di studiare con me per lavorare assieme a noi.


5) Che cosa consiglieresti a un giovane o meno giovane che si approccia al mondo della scrittura? Tre cose di pari importanza: I) Leggere sempre, leggere di tutto; II) Studiare scrittura, narratologia, studiare anche la lettura, per diventare un lettore più consapevole; III) Scrivere molto, ma non a caso: scrivere con consapevolezza, migliorarsi, esercitarsi.


6) Quale è stato il momento in cui ti sei detto: ora sono un vero scrittore? Il 7 febbraio 2017, quando è uscito, per un editore molto importante, il mio primo romanzo, “Fore morra”.


7) Qual è stata la tua più grande delusione nel mondo dell'editoria in generale? Le delusioni, mie ma probabilmente anche degli altri, derivano quasi sempre dalle persone (inclusi noi stessi, a volte). Credo che in qualunque ambito e in qualsiasi settore, editoriale o meno, ci siano sempre persone capaci di deludere e di deluderci.


8) Una domanda che ricorre spesso nei gruppi di scrittori è "cos'è lo stile?" Che cos'è per te, nella tua visione? Lo stile è la cifra autoriale, quel tocco personalissimo e individuale che ha un autore. Ci sono autori con uno stile spiccato – bello o meno bello, poi dipende anche dai gusti – ma ci sono anche autori con uno stile medio, standard, comune.


9) Una domanda provocatoria. Nello sviluppo di una storia contano più i personaggi o la trama? I personaggi. Se sono forti, se sono originali, poderosi, contraddittori, distonici, possono resistere nella mente del lettore anche per anni, o per decenni. La storia, dopo un po’, sfuma.


10) Qual è il sogno nel cassetto di Diego? Un obiettivo che non hai ancora raggiunto. Tantissimi. Finora ho raggiunto una piccolissima parte dei miei obiettivi, ma il cassetto ancora trabocca. Forse non li realizzerò tutti – sono troppi – ma una parte, magari, sì.



11) Facci tre nomi di autori che saranno protagonisti nei prossimi mesi. Comincerei dalle prime uscite: Carlo Parri, Letizia Vicidomini, Igor Cipollina e Luigi Brasili.


12) Come vedi il futuro del giallo/noir. Lo vedo italiano. Se per decenni il giallo-thriller è stato appannaggio quasi esclusivo della narrativa straniera (UK e USA su tutti), ormai da qualche anno i primi posti in classifica sono occupati, stabilmente, da autori nostrani di narrativa di genere (tradotti anche all’estero). Finalmente i lettori si sono accorti che gli autori italiani non hanno nulla da invidiare a nessuno.


13) Quanto è importante per te la musica quando scrivi? Hai uno o più autori che ascolti sempre? Dei generi preferiti? Oppure sei un sostenitore del silenzio assoluto? Dipende. Se lavoro (editing, correzione esercitazioni, email ecc.) ascolto musica, sempre, e posso spaziare dai cantautori italiani alla musica rock, dalle colonne sonore dei film ai rumori bianchi. Quando scrivo, invece, silenzio assoluto; il minimo rumore mi fa distrarre.


14) Hai mai trovato ispirazione in una canzone per un tuo romanzo o racconto? Sì. Ti dirò che l’idea per il racconto C’è ancora tempo, con il quale vinsi un po’ di anni fa il premio Writers Magazine Italia, mi venne ascoltando Because the night.


15) Eccoci arrivati alla fine, questa è la nostra domanda di rito per salutarci. Quale canzone ti viene in mente dopo questa intervista? Siamo soli di Vasco Rossi.


“Siamo soli” - Vasco Rossi

https://youtu.be/KyUMRz1-JFo